giovedì 12 novembre 2009

L'importanza di chiamarsi Maestro (e non barone)

Appello dei Precari della Ricerca a tutti i docenti della Facoltà di Architettura e dell'Ateneo di Catania

Lo scenario attuale di crisi finanziaria e occupazionale dell’università pubblica restituisce un’immagine di devastazione già nota, oggi, amplificata dai provvedimenti del Governo: tagli senza riforme. Mentre negli altri paesi si investe su ricerca e formazione per uscire dalla crisi, in Italia si “investono”, travolgendoli, i lavoratori della conoscenza, già vessati dalla progressiva riduzione delle opportunità offerte dal mercato del lavoro e dalla strutturale fragilità del sistema della produzione e trasmissione dei saperi.

A partire da oggi, e nei prossimi anni in misura crescente, la diminuzione dei fondi destinati all’università e alla ricerca pubbliche, i “tagli”, in combinazione con il “taglione” del blocco del turn-over renderanno sempre più arduo l’accesso alla docenza universitaria, alla ricerca come professione, qualunque sia la procedura. All’ombra di Merito, Qualità ed Efficienza i lavoratori dell’università e della ricerca saranno colpiti duramente e, tra loro, i precari stanno già pagando il prezzo più alto: il progressivo allontanamento del momento dell’entrata in ruolo e la moltiplicazione delle opportunità di lavoro precario.

Ad un anno di distanza dall’inizio delle mobilitazioni di studenti e precari contro il “ridimensionamento al ribasso” dell’università e della ricerca pubbliche messo in atto dal MIUR, i percorsi di lotta e rivendicazione nati sull’onda della contestazione si sono incrociati su obiettivi condivisi e, a Catania come negli altri atenei, sappiamo che l’alternativa al precariato si costruisce anche a partire dalle scelte delle singole facoltà. Oggi, dopo un anno di duro lavoro, tutti i lavoratori precari dell’università e della ricerca possono contare su una rete di solidarietà che faticosamente si trasforma in rappresentanza di categoria chiedendo con insistenza che chi ha responsabilità di governo nelle università smetta di sottrarsi al confronto sulla questione del precariato.

Hanno responsabilità di governo negli atenei e nelle facoltà quei Maestri che abbiamo scelto e che ci hanno scelto. Quei Maestri ai quali ci lega un compromesso di “illimitata pazienza”. Quei Maestri a cui abbiamo consegnato la delega sul nostro futuro in ricerca, senza ricevuta di ritorno.

A questi Maestri chiediamo oggi, nel momento dell’acuirsi della crisi, di dichiarare il proprio impegno a tutela dell’anello più debole e più vitale della catena della produzione della conoscenza dentro le università - il ricercatore precario – riconoscendone il ruolo essenziale per il funzionamento di facoltà e dipartimenti.

A questi Maestri chiediamo oggi, nel frastuono delle campagne mediatiche costruite sui clichè di “baroni” e “raccomandati”, di ribadire la loro ferma opposizione ad un progetto politico costruito sull’ignoranza e sull’acquiescenza e di unire la loro voce e i loro saperi alla causa della difesa dell’autonomia culturale dell’università e della ricerca pubbliche.

A questi Maestri chiediamo oggi di sottoscrivere insieme agli studenti e a tutti i lavoratori, precari e non, della Facoltà di Architettura una mozione unitaria in difesa del diritto allo studio e del diritto al lavoro che preluda all’attivazione di un tavolo di crisi aperto a tutte le componenti della comunità universitaria.

A questi Maestri vogliamo ricordare che la battaglia per un’università migliore appartiene a noi quanto a loro e che questa battaglia va condotta nella direzione della dignità del lavoro e delle pari opportunità per tutti i lavoratori.

Siracusa, 11 Novembre 2009

Coordinamento Precari della Ricerca - Catania
Coordinamento Precari dell’Università FLC-CGIL – Catania

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