martedì 15 dicembre 2009

“Affama la bestia per renderla mansueta”. Osservazioni sul ddl per la Riforma dell'Università.




All'assemblea d'ateneo del 2 dicembre 2009 avevamo annunciato la prossima diffusione di un documento che descrivesse un nostro punto di vista sull'imminente riforma dell'Università.
Eccolo.

Si tratta di alcune osservazioni che speriamo possano costituire una base di partenza utile ad una prossima occasione di confronto, nonchè un efficace strumento di riflessione e diffusione di temi e problemi.

Si parla di:
  • La legge delega: impossibilità di valutare compiutamente alcuni aspetti
  • Il taglio delle risorse: il merito di ciascun intervento è inevitabilmente condizionato, in modo determinante, dai vincoli di bilancio
  • Il sistema di governo degli atenei: dal governo legittimato in base a rappresentatività accademica e progetto culturale all’accentramento manageriale
  • La “semplificazione dell’articolazione interna”: accentramento del potere in centri decisionali meno rappresentativi degli attuali
  • Il sostegno economico agli studenti: eguaglianza formale, competizione e indebitamento
  • Le forme contrattuali del lavoro di ricerca e di didattica ed il reclutamento del personale docente: precarietà indefinita e marginalizzazione della ricerca
LEGGI TUTTO IL DOCUMENTO


Attendiamo il vostro contributo, segnalateci le vostre opinioni.


Grazie per la vostra attenzione,

ricercatoriprecari@gmail.com

sabato 5 dicembre 2009

FUGGIRE O RESISTERE

Replica dei precari universitari alla lettera aperta di Pier Luigi Celli, direttore generale della Luiss, indirizzata al figlio


Fuggire o resistere. Quando l’alternativa si presenta anche ai figli delle attuali classi dirigenti, vuol dire che la misura è smisurata, che il vaso ha tracimato, che la precarietà è visibile persino dalla cima della torre d’avorio.
Ma l’alternativa non si pone ai ventenni di quel tipo, che hanno l’exit strategy dell’estero e partono da una solida rete di relazioni intessute anche nelle università private. Il vicolo cieco è invece davanti alle migliaia di precari, nell’università come nel lavoro, trentenni e quarantenni, che hanno già iniziato a costruire il proprio progetto di vita in questa Italia decadente, priva di qualsiasi strategia di superamento della crisi e idea di futuro.
Per questi figli di un dio minore le opzioni non sono molte. Prendiamo una tipica lavoratrice della conoscenza: 36 anni, ricercatrice precaria, due monografie e 15 articoli sul curriculum, un figlio e un compagno. Si barcamena tra una docenza a contratto e l’altra: quando gli va bene il suo “protettore” gli trova un assegno di ricerca biennale (somma sicurezza), quando gli va male i suoi genitori aumentano l’integrazione del suo reddito mensile da 300 a 500 euro. Nel suo dipartimento è sicuramente la “giovane” più promettente, in più è così gentile da sobbarcarsi tutti quei lavori che gli altri non vogliono fare (redazione della rivista di dipartimento, compilazione dei bandi, sostituzioni a lezione e ricevimento studenti, ecc.). Il “suo” concorso non è stato ancora bandito, ma a detta di tutti arriverà presto, è solo questione di sfortuna se l’ordinario appena andato in pensione ha indicato come sua ultima volontà l’inserimento in ruolo del proprio pupillo. Quella volta in realtà la nostra ricercatrice aveva anche commesso uno sgarbo (veniale): si era presentata, costringendo la commissione a voli pindarici per la (s)valutazione dei suoi contributi.
Le sue scelte, come dicevamo, non sono molte. Berkeley? Columbia? MIT? Potrebbe provare, certo, anche con qualche possibilità. Ma poi Giulio chi lo sente con il bimbo e tutto il resto? Potrebbe cambiare lavoro, in fondo ha il più alto grado d’istruzione possibile. In realtà dovrebbe tagliare pezzi del suo curriculum per non sembrare over-qualified, e buttare 10 anni di precariato universitario per un lavoretto a 800 euro. Potrebbe infine tenere duro, raccontandosi ogni giorno la favola della temporaneità della sua condizione.
Questa eroina dei nostri tempi magri, questa figura produttiva ma nascosta, quest’anima fedele non certo al suo valvassore ma al suo lavoro e al suo progetto di vita, è questa la figura nella quale ci riconosciamo. Il lamento del padre del giovane di belle speranze, frustrate da un sistema di raccomandazioni e clientele che egli stesso e la sua generazione (politica e accademica) hanno contribuito a determinare e contribuiscono a mantenere, cortesemente, lo respingiamo al mittente. Non ne facciamo una questione privata, ma uno specchio per la dimensione pubblica. Il merito astratto, scientificamente calcolato, che si sostanzia nella capacità di immagazzinare dati (il povero figlio, a detta del padre, ha studiato 12 ore al giorno negli ultimi 5 anni), nella bulimia da nozioni, nella capacità di rispondere a comando a una domanda, non è solo un “merito di pulcinella”, è anche un merito inutile al paese, alla società, allo stesso mercato del lavoro.
La nostra figura di riferimento rimane la ricercatrice di cui sopra, che rappresenta la parte più innovativa e produttiva del paese, e sulle cui spalle si regge gran parte dell’università italiana e non solo. È lei la nostra moderna Cipputi. E come il buon vecchio Cipputi ha un’ultima scelta: quella di lottare e rivendicare continuità di reddito e diritti.

Rete ricercatori precari Bologna
Coordinamento precari della Ricerca Catania
Coordinamento nazionale ricercatori precari FLC-CGIL

LEGGI LA LETTERA DI CELLI APPARSA SU "REPUBBLICA" IL 30 NOVEMBRE 2009


venerdì 27 novembre 2009

Appesi a un filo, sostenuti da un’idea: un’altra università è possibile.

Catania, 2 Dicembre 2009, ore 10.00, AUDITORIUM
Facoltà di Lingue e Letterature Straniere, ex Monastero dei Benedettini.

Assemblea simultanea in tutti gli atenei d’Italia per la Ricerca e l’Istruzione pubblica.

Ricercatori precari, studenti e docenti universitari, insegnanti precari e tutti i lavoratori dell’università discutono di:
  • tagli alle risorse per scuola e università a Catania;
  • DDL Gelmini;
  • sciopero generale dei lavoratori della conoscenza indetto da FLC-CGIL e manifestazione nazionale a Roma venerdì 11 Dicembre 2009.
Il progetto di riforma dell’Università promette Merito, Qualità ed Efficienza.
Sono solo slogan.
Restano i tagli alle risorse, travestiti da «razionalizzazione».

Mentre negli altri paesi del mondo si investe su ricerca e formazione per uscire dalla crisi, in Italia si “investe” su vuote parole d’ordine, che luccicano solo sui media, per illudere ancora una volta intere generazioni di studenti e ricercatori.

«Senza alcun onere per la finanza pubblica», come si legge nella nuova proposta di legge, Merito, Qualità ed efficienza sono solo slogan.
Nei prossimi anni si bloccherà il ricambio generazionale di docenti e ricercatori universitari, crescerà il numero dei lavoratori precari per continuare a tappare i buchi della didattica e della ricerca e si ridurranno le opportunità di accesso degli studenti all’università pubblica.

-3.000 matricole solo a Catania per l’anno accademico 2010-2011 secondo le stime del rettorato, aumento delle tasse universitarie, chiusura dei corsi di laurea, numero programmato per i corsi superstiti: questa è l’università nel paese di Berlusconi.

Da Torino a Catania, a Cosenza e a Bologna, a Pisa come a Napoli, tutti insieme a Roma riprendiamoci la parola.

Coordinamento Precari della Ricerca – Catania
Coordinamento Precari dell’Università FLC-CGIL – Catania

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lunedì 23 novembre 2009

Nuovo welfare e rilancio della ricerca e dell'università per uscire dalla crisi



Venerdì 20 novembre 2009 a La Sapienza studenti e precari dell'univeristà e della scuola si sono riuniti in assemblea nazionale.
L'Onda è, dunque, ripartita con nuovi temi - più ricerca e formazione per uscire dalla crisi, nuovo welfare, difesa dell'univeristà come spazio di democrazia - e vecchi problemi: i tagli del Governo già in atto, il silenzio dell'opposizione.

Roma La Sapienza 20 Novembre 2009 - Appello dell'Assemblea Nazionale dei precari e degli studenti universitari

Oggi 20 Novembre una grande assemblea di precari e di studenti, provenienti da tutta Italia, si è riunita alla Sapienza per rilanciare – a partire dalle molteplici iniziative di lotta organizzate in questi mesi nei vari atenei e scuole – un percorso ampio di mobilitazione che rimetta al centro la lotta contro il progetto di dismissione dell’università e che rivendichi un nuovo sistema di garanzie sociali all’altezza delle sfide poste dall’attuale mondo del lavoro. Ad un anno di distanza dall’esplosione dell’Onda, siamo ancora fermi nel nostro rifiuto della crisi economica: noi la crisi non la paghiamo, vogliamo fin da subito riappropriarci del nostro futuro e dellaricchezza sociale che ci viene quotidianamente sottratta.

Per queste ragioni chiediamo, in primo luogo, il ritiro immediato del DDL Gelmini – presentato mediaticamente come disegno “innovativo” di riforma dell’Università – che rappresenta palesemente un progetto di riproposizione e cristallizzazione di tutti gli elementi negativi del sistema universitario, denunciati più volte dal movimento dell’Onda:

- non risolve in nessun modo il problema della precarietà né del ricambio generazionale – come propagandato dal Governo – aumentando, invece, il fossato tra tutelati e non tutelati, tra chi è dentro e chi è fuori dal sistema di garanzie sociali;

- non interviene sulla governance degli atenei per innovarla, ma per chiudere i già irrisori spazi di democrazia e partecipazione delle differenti componenti accademiche e consolidare e rafforzare il potere delle corporazioni responsabili del fallimento dell’università pubblica negli ultimi 30 anni;

- indebolisce ulteriormente il diritto allo studio, chiedendo agli studenti di indebitarsi “all’americana” attraverso lo strumento del prestito d’onore, mentre la crisi globale – che mostra il fallimento di un sistema fondato sull’indebitamento – richiederebbe una netta inversione di tendenza e di maggiori investimenti per garantire a tutti l’accesso ai livelli più alti dell’istruzione superiore;

- completa il processo di de-strutturazione e riduzione dell’Università pubblica prefigurando, quindi, un’università complessivamente più piccola, che non risponde alla domanda di maggiore conoscenza e competenze che il nostro paese dovrebbe considerare centrale per le proprie politiche di sviluppo; con l’entrata dei privati negli organi di governo si regalano gli atenei ai poteri locali, senza che questi diano nessun contributo alla crescita dell’università;

- restituisce alle lobby accademiche il controllo sui concorsi, senza incidere sulle pratiche clientelari e mettendo in competizione i precari e gli attuali ricercatori; servirebbe, invece, un piano straordinario di reclutamento, con un numero consistente di concorsi che diano opportunità reali a chi garantisce il funzionamento quotidiano della didattica e della ricerca nei nostri atenei;

- nasconde il progetto di smantellamento selettivo dell’università dietro il paravento della valutazione dei meriti individuali; tuttavia, non si può far finta di non sapere che precarietà e ricattabilità rendono impossibile una valutazione trasparente delle capacità delle persone; la valorizzazione del merito non può prescindere da un serio investimento (anche e soprattutto economico) sulla qualità della didattica e della ricerca e sulla garanzia di autonomia sociale di chi studia, di chi insegna e di chi fa ricerca nelle università. In assenza di tali garanzie, nel contesto Italiano, l’insistenza da parte governativa sul merito si risolve in uno strumento di ulteriore ricatto per i precari. La retorica dell’efficienza e della meritocrazia altro non è che uno strumento per dequalificare ulteriormente il sapere, per stratificare e declassare la forza lavoro.
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giovedì 19 novembre 2009

Da grande voglio fare il lavoratore

(Note in attesa dell’assemblea nazionale dei Precari della Ricerca – Roma 20 Novembre 2009)

Opporsi al precariato nella didattica e nella ricerca, oggi nel paese di Berlusconi, vuol dire costruire una lotta diffusa e capillare su tutto il territorio, ateneo per ateneo, facoltà per facoltà, dipartimento per dipartimento. È una “guerra di corridoio” quella che ci attende, una battaglia in lunghezza che centimetro per centimetro accorci la distanza che ci separa dal nostro futuro.

In questi mesi abbiamo accumulato un’esperienza preziosa: partire dall’azione locale nei singoli atenei significa darsi l’opportunità di una mobilitazione solida e duratura che dà forza alle rivendicazioni nazionali e, di ritorno, da queste riceve conferme e legittimità diventando progetto politico.
A Torino il comunicato congiunto firmato dall’Amministrazione del Politecnico, dal Cooordinamento Precari della Ricerca del Politecnico e dalla FLC CGIL Piemonte il 16/10/2009 segna una tappa fondamentale nella storia italiana della lotta al precariato universitario: studenti e precari impongono all’Ateneo di dichiarare lo stato di crisi e di riconoscere, formalizzando un tavolo di trattativa aperto a tutte le componenti universitarie, la centralità della questione occupazionale come questione di democrazia.
A Catania la denuncia “ad alta visibilità” dei precari che fanno parte delle commissioni di laurea e l’annuncio del blocco degli esami rilancia con coraggio e determinazione l’idea, fondativa, che la didattica dentro l’università non è una seconda scelta e che in quanto professione merita lavoratori.

Esiste un vocabolario che nelle università non è mai entrato. Parole come licenziamento, cassa integrazione, ammortizzatori sociali non fanno parte del linguaggio accademico. I lavoratori precari della ricerca e della docenza, imbozzolati in un territorio di privilegio al quale non hanno accesso, non conoscono i propri diritti. Sfruttati, non rappresentati, malpagati, ritengono tutto legale e tutto possibile in nome della passione per la ricerca. Tutto questo fa il gioco di chi ha necessità di mano d’opera a basso costo, docile e mansueta. Tutto questo è utile solo a chi governa le università senza alcun progetto di valorizzazione delle risorse umane e professionali - studenti, ricercatori, docenti – e si fregia di “virtù d’economia” sulla pelle di chi, nelle università, studia e lavora.
Gli atenei, certi della mite accettazione delle condizioni di lavoro pre-moderne offerte ai docenti/ricercatori esterni, sopravvivono e perseverano nel malcostume e nelle prevaricazioni istituzionali. In tempi di precarizzazione della ricerca e di esternalizzazione della docenza, la lotta precaria deve partire dalla ricostruzione di una coscienza collettiva per impedire il sopruso, per dire no ai contratti a titolo gratuito e alla continua dismissione di lavoratori.
Lavoro retribuito equamente, diritti tutelati: comune resistenza, non più capitolazione individuale.

Siamo noi, precarie e studenti, studentesse e precari, a dover riconquistare la democrazia all’interno degli atenei. Siamo noi prima di tutto lavoratori, e poi precari, a dover rivendicare i nostri diritti; in questo protagonisti, uno ad uno, e uniti nella lotta. Noi siamo ora i protagonisti. Ogni ulteriore temporeggiamento lo considereremo connivenza.

“Ripartire dai territori” significa, dunque, rilanciare un movimento (non un momento) di protesta nazionale che vada a colpire tutti coloro che stanno attuando tagli indiscriminati al sistema pubblico di università e ricerca oggi in Italia, e tutti coloro che li stanno avallando. Significa andare a scovare tutte le amministrazioni negli atenei italiani, metterle di fronte alle proprie responsabilità di tecnici liquidatori (nell’operato di questo Governo) della distruzione del sistema universitario pubblico. Significa denunciare il loro patto con il diavolo, il “compromesso sul nostro futuro” e rifiutare il licenziamento – perché di questo si tratta – dei lavoratori precari impegnati nella ricerca e nella docenza. Significa opporsi alla chiusura delle sedi universitarie con il pretesto dell’efficienza della gestione richiedendo l’apertura dei tavoli di crisi con studenti, precari, sindacati ed enti locali. Significa rivendicare una strutturazione dei rapporti di lavoro perché dove c’è lavoro devono esserci posti di lavoro. Significa contrastare le manovre a senso unico delle amministrazioni uniti con tutte le nostre forze per rilanciare l’università e la ricerca pubbliche che ci appartengono.

A un anno dalla nascita dell’Onda abbiamo sperimentato che un’altra università è possibile. È l’università in cui anche i più fragili - come i precari - hanno, per cominciare, diritto di parola. Non è l’attesa che prima o poi qualche DdL segni la via. Non è l’indignazione di fronte all’ultima trovata ministeriale a dettare l’agenda, ma un preciso disegno del nostro futuro: “da grande vorrei fare il lavoratore”.
Resistenza, qui ed ora, vuol dire questo.


Valentina Barrera, Ilaria Agostini, Chiara Rizzica – Ricercatrici e docenti precarie
Torino, Firenze, Catania 19 Novembre 2009

martedì 17 novembre 2009

APPELLO VERSO L’ASSEMBLEA NAZIONALE DEL 20 NOVEMBRE ALLA SAPIENZA

I precari della ricerca e della didattica delle università italiane hanno indetto un'assemblea nazionale a La Sapienza per venerdì 20 novembre.

L'evolversi degli eventi negli ultimi giorni - il nuovo disegno di legge "Gelmini", la vicenda dei fondi "Mussi" spariti ovvero dei 4200 posti di ricercatore sottratti, le dichiarazioni a mezzo "lettera agli italiani" dei ministri Tremonti e Gelmini - ci chiama in causa tutti in prima persona. Ogni esitazione, oggi, è un lusso.

A tutti gli studenti universitari, a tutti i colleghi della scuola e dell'università è indirizzato questo appello. Aderite.

Grazie,
Coordinamento Precari della Ricerca - Catania


APPELLO VERSO L’ASSEMBLEA NAZIONALE DEL 20 NOVEMBRE ALLA SAPIENZA
AGLI STUDENTI MEDI E UNIVERSITARI, AI LAVORATORI DELLA FORMAZIONE, AI COORDINAMENTI DELLA SCUOLA, AI PRECARI DELLA RICERCA E A TUTTE LE LOTTE DI QUESTO PAESE

Nell’agosto del 2008 è stata approvata la Legge 133 che taglia 8,5 mld in tre anni alla scuola e 1,5 mld in cinque anni all’università. Con la stessa legge si avvia il processo di privatizzazione dell’istruzione pubblica e si sferra un durissimo colpo nei confronti dei precari della scuola e della ricerca.

Oggi vediamo i primi devastanti effetti prodotti da questi tagli indiscriminati e dall’approvazione della legge 169 (maestro unico, ripristino del voto in decimi e del 5 in condotta): quest’anno sono rimasti senza lavoro circa 50.000 lavoratori della scuola, con un peggioramento generalizzato della qualità del lavoro e dell’istruzione. I licenziamenti hanno infatti prodotto un sovraccarico di lavoro per i docenti rimasti e classi tuttora scoperte; con l’aumento del numero di studenti, inoltre, si genera uno spaventoso sovraffollamento delle classi. Tutto questo determina un netto peggioramento della qualità della didattica e delle infrastrutture scolastiche, già oggi per lo più non a norma, che produrrà scuole sempre meno sicure ed attrezzate.
Il processo di smantellamento dell’istruzione pubblica non passa solo attraverso i tagli. (LEGGI TUTTO)

LEGGI IL VOLANTINO

Informazioni utili e link
I coordinamenti Scuola e Università, tutte le associazioni e rappresentanze possono aderire al seguente link:
http://ateneinrivolta.org/content/appello-verso-l%E2%80%99assemblea-nazionale-del-20-novembre-alla-sapienza
e scrivendo a
ateneinrivolta@gmail.com

giovedì 12 novembre 2009

L'importanza di chiamarsi Maestro (e non barone)

Appello dei Precari della Ricerca a tutti i docenti della Facoltà di Architettura e dell'Ateneo di Catania

Lo scenario attuale di crisi finanziaria e occupazionale dell’università pubblica restituisce un’immagine di devastazione già nota, oggi, amplificata dai provvedimenti del Governo: tagli senza riforme. Mentre negli altri paesi si investe su ricerca e formazione per uscire dalla crisi, in Italia si “investono”, travolgendoli, i lavoratori della conoscenza, già vessati dalla progressiva riduzione delle opportunità offerte dal mercato del lavoro e dalla strutturale fragilità del sistema della produzione e trasmissione dei saperi.

A partire da oggi, e nei prossimi anni in misura crescente, la diminuzione dei fondi destinati all’università e alla ricerca pubbliche, i “tagli”, in combinazione con il “taglione” del blocco del turn-over renderanno sempre più arduo l’accesso alla docenza universitaria, alla ricerca come professione, qualunque sia la procedura. All’ombra di Merito, Qualità ed Efficienza i lavoratori dell’università e della ricerca saranno colpiti duramente e, tra loro, i precari stanno già pagando il prezzo più alto: il progressivo allontanamento del momento dell’entrata in ruolo e la moltiplicazione delle opportunità di lavoro precario.

Ad un anno di distanza dall’inizio delle mobilitazioni di studenti e precari contro il “ridimensionamento al ribasso” dell’università e della ricerca pubbliche messo in atto dal MIUR, i percorsi di lotta e rivendicazione nati sull’onda della contestazione si sono incrociati su obiettivi condivisi e, a Catania come negli altri atenei, sappiamo che l’alternativa al precariato si costruisce anche a partire dalle scelte delle singole facoltà. Oggi, dopo un anno di duro lavoro, tutti i lavoratori precari dell’università e della ricerca possono contare su una rete di solidarietà che faticosamente si trasforma in rappresentanza di categoria chiedendo con insistenza che chi ha responsabilità di governo nelle università smetta di sottrarsi al confronto sulla questione del precariato.

Hanno responsabilità di governo negli atenei e nelle facoltà quei Maestri che abbiamo scelto e che ci hanno scelto. Quei Maestri ai quali ci lega un compromesso di “illimitata pazienza”. Quei Maestri a cui abbiamo consegnato la delega sul nostro futuro in ricerca, senza ricevuta di ritorno.

A questi Maestri chiediamo oggi, nel momento dell’acuirsi della crisi, di dichiarare il proprio impegno a tutela dell’anello più debole e più vitale della catena della produzione della conoscenza dentro le università - il ricercatore precario – riconoscendone il ruolo essenziale per il funzionamento di facoltà e dipartimenti.

A questi Maestri chiediamo oggi, nel frastuono delle campagne mediatiche costruite sui clichè di “baroni” e “raccomandati”, di ribadire la loro ferma opposizione ad un progetto politico costruito sull’ignoranza e sull’acquiescenza e di unire la loro voce e i loro saperi alla causa della difesa dell’autonomia culturale dell’università e della ricerca pubbliche.

A questi Maestri chiediamo oggi di sottoscrivere insieme agli studenti e a tutti i lavoratori, precari e non, della Facoltà di Architettura una mozione unitaria in difesa del diritto allo studio e del diritto al lavoro che preluda all’attivazione di un tavolo di crisi aperto a tutte le componenti della comunità universitaria.

A questi Maestri vogliamo ricordare che la battaglia per un’università migliore appartiene a noi quanto a loro e che questa battaglia va condotta nella direzione della dignità del lavoro e delle pari opportunità per tutti i lavoratori.

Siracusa, 11 Novembre 2009

Coordinamento Precari della Ricerca - Catania
Coordinamento Precari dell’Università FLC-CGIL – Catania

Tolleranza zero per i disobbedienti architetti

Replica del Rettore al documento unitario della Facoltà di Architettura di Siracusa.

Questa mattina il Rettore di Catania replica sulla Mailing List di Ateneo al documento in cui ieri la Facoltà di Architettura di Siracusa chiedeva l'avvio di "procedure d'urgenza" per fronteggiare la crisi e si opponeva ad un ulteriore "taglio" di risorse umane e finanziarie.

Ribadisce, il Rettore, l'inellutabilità del destino delle sedi decentrate: l'ateneo non è più in grado di anticipare le spese a copertura di quanto dovuto dagli Enti Locali che partecipano al consorzio universitario. Niente di nuovo.

Nuovissima, invece, la dura presa di posizione contro coloro che hanno osato dichiarare l'evidenza, ovvero lo stato di crisi nella Facoltà di Architettura, appellandosi ai vertici istituzionali dell'Ateneo e degli Enti Locali affinchè si avviasse una reale trattativa alla presenza di tutte le componenti - studenti, docenti strutturati, precari della ricerca e della didattica, personale tecnico-amministrativo - universitarie.
"Sia sin d'ora noto - tuona il Re-ttore - che, salvaguardato il diritto di critica che si esplicita anche attraverso suggerimenti e proposte, non verranno tuttavia tollerati atteggiamenti lesivi delle prerogative degli Organi di vertice dell'Ateneo, soprattutto quando tali atteggiamenti, fonte di responsabilità disciplinare, portino alla strumentalizzazione degli studenti e siano volti alla tutela di interessi particolari non più compatibili con l'interesse generale e la salvaguardia del bilancio di Ateneo"

Studenti strumentalizzati (come sempre ogni volta che alzano la testa da un libro) e interessi particolari - dei docenti? degli studenti? o, nel particolare, di tutti insieme? - incompatibili (e certo!) con la salvaguardia del bilancio. Non una parola sulla tutela dell'offerta formativa - ovvero del diritto allo studio - che è il primo punto del documento dei disobbedienti architetti. Avanti il bilancio d'Ateneo, dunque, e dietro studenti e lavoratori. E, salvaguardando il diritto di critica (sia sin d'ora noto!), tolleranza zero su chi solleva dubbi e incertezze.

Leggi il documento unitario studenti docenti precari Architettura 11.11.2009
Leggi la nota del Rettore di Catania


mercoledì 11 novembre 2009

Tagli? Lingue e Architettura non ci stanno

Oggi sole, nuvole a tratti, all'Università di Catania.

1. I docenti a contratto della facoltà di Lingue riuniti in assemblea straordinaria hanno deciso di sospendere gli esami dell'appello di Novembre fino a quando non saranno loro conferiti gli incarichi d'insegnamento per l'anno accademico già iniziato.

2. Un presidio di studenti, docenti, precari della ricerca e amministrativi della Facoltà di Architettura di Siracusa (UniCT) ha impedito lo svolgimento del consiglio di facoltà fissato per questo pomeriggio con all'ordine del giorno la soppressione di uno dei due corsi di laurea attivi. Tutti i partecipanti al presidio si sono poi riuniti in assemblea e hanno sottoscritto un documento unitario indirizzato a Rettore, Senato Accademico e vertici degli Enti Locali che partecipano al consorzio universitario, che:
- riaffermando il ruolo del consiglio di facoltà come unico organo con delega su istituzione e attivazione di corsi di laurea oppone un netto rifiuto alle "manovre assolutiste" dell'amministrazione centrale dell'ateneo che "dispone" delibere e "ordina" mandati speciali a presidi e presidenti di commissioni per la didattica con il pretesto di "applicare le indicazioni della riforma universitaria";
- dichiarando che tutti i corsi di laurea attivi nella Facoltà di Architettura soddisfano i requisiti minimi imposti dal D.M. 270/2004 come da manifesto degli studi approvato dallo stesso consiglio 3 mesi fa, smentisce la necessità di ulteriori tagli e, anzi, rilancia la questione della tutela dell'offerta formativa e del patrimonio di risorse umane e professionali accumulato fino ad oggi;
- avendo individuato come destinatari i vertici dell'Ateneo, del consorzio universitario e degli enti locali, allarga la dimensione del confronto a tutte le istituzioni che hanno responsabilità di governo sulla facoltà e le chiama direttamente in causa affinchè si attivino per formalizzare la costituzione di un "tavolo di crisi".

Nella condizione di isolamento e fragilità in cui sopravvive oggi la Facoltà di Architettura di Siracusa, l'accordo raggiunto e la stesura di questo documento unitario rappresenta una piccola, ma decisiva, conquista: la costituzione di un fronte trasversale anti-crisi.
Non sappiamo misurarne la capacità d'incidere sugli eventi, ma siamo in grado di leggerne il significato politico: precari, studenti e docenti chiedono, tutti insieme, la tutela del diritto allo studio e del diritto al lavoro.
La determinazione dei precari di Lingue rilancia coraggiosamente il livello delle mobilitazioni annunciando l'opzione, anche se parziale, del blocco della didattica. Anche in questo caso è difficile pronunciarsi sui risultati attesi - ci basta il rinnovo dell'ennesimo contratto? - ma è utile segnalare che lentamente cresce la consapevolezza dello status di lavoratore.
Non è poco per un piccolo e sgangherato gruppo di ricercatori precari, almeno mi pare.
Sarà l'autunno improvvisamente diventato inverno?


in allegato:
- doc unitario studenti, docenti, precari Architettura 10.11.2009
- doc/appello SOLO Precari 12.11.2009

altre info
http://www.flcgil.it/notizie/news/2009/novembre/precari_universita_a_catania_e_torino_una_delibera_delle_amministrazioni_vuole_cancellare_il_loro_futuro

lunedì 9 novembre 2009

ALTA VISIBILITA' PER I PRECARI DELLA DIDATTICA E DELLA RICERCA DI CATANIA




Questo pomeriggio diamo inizio all'operazione ALTA VISIBILITà PER I PRECARI DELLA DIDATTICA E DELLA RICERCA DI CATANIA.
Alle ore 15.15 appuntamento in Aula Magna dell'ex Monastero dei Benedettini per "svelare" il segreto del nostro lavoro in questo ateneo: siamo necessari.
La commissione di laurea di questo pomeriggio sarà, infatti, formata da colleghi docenti precari e il coordinamento farà in modo che la cosa non passi, come al solito, inosservata.
Maggiori dettagli su

venerdì 6 novembre 2009

News ed eventi


Nuovo Coordinamento d'Ateneo

Il Coordinamento dei Precari della Ricerca di Catania fa parte del nuovo Coordinamento d'Ateneo, nato per iniziativa di docenti, studenti e personale tecnico amministrativo della Facoltà di Lingue che, dopo l'approvazione del Consiglio dei Ministri del disegno di legge sulla riforma universitaria, si occuperà di organizzare e promuovere attività di studio e mobilitazione.
E' possibile firmare il documento elaborato dal Coordinamento d'Ateneo nell'assemblea del 30 Ottobre 2009 on line su
http://www.step1.it/index.php?id=5794#firma


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Festival dell'editoria indipendente DeScritto


Venerdì 6 Novembre 2009, chiostro di levante, ex Monastero dei Benedettini, nell'ambito del Festival dell'editoria indipendente DeScritto, il Coordinamento dei Precari della Ricerca presenta il progetto editoriale "Libera la Ricerca" per il libero accesso dei ricercatori precari alla pubblicazione a costo zero.
Caffè Letterario ore 12.00 per la presentazione del libro di Cristiana Caserta “Corpo Politico” e tavola rotonda ore 15.00 in aula A1 su “I circuiti indipendenti: dalla penna allo scaffale”.
http://www.odoya.it/index.php?main_page=page&id=94&chapter=
http://descritto.it/programma/

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100 piazze per la conoscenza

Sabato 7 Novembre 2009, Piazza Teatro Massimo, ore 10.00, i Precari dell'Università e della Ricerca partecipano all'iniziativa di CGIL-FLC "100 piazze per la conoscenza" con una lezione pubblica su "Antifascismo e Costituzione: Luglio '60 a Catania"
Scarica il volantino
Tutte le iniziative nazionali

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Lauree ad Alta Visibilità presso la Facoltà di Lingue

Da lunedì 9 Novembre a venerdì 13 Novembre, iniziativa Lauree ad Alta Visibilità presso la Facoltà di Lingue. I Precari dell'Università e della Ricerca manifestano pubblicamente per "svelare" alla comunità universitaria e alle famiglie degli studenti il "mistero del precario universitario". Per tutta la durata della sessione di laurea di novembre della Facoltà di Lingue i precari della ricerca, e in particolare i docenti a contratto, manifesteranno la loro protesta nei confronti di una situazione di insostenibile INVISIBILITÀ agli occhi dell'istituzione universitaria e dell'opinione pubblica.
Durante la sessione pomeridiana di giorno 9 novembre, a cominciare dalle ore 15.30, presso l'Aula Magna del Monastero dei Benedettini tutti i docenti a contratti facenti parte della Commissione di laurea indosseranno un gilet "alta visibilità" sopra la toga per rendere la loro presenza un po' più "evidente". Verrà inoltre letto un comunicato in cui verrano spiegati i motivi della protesta. Un presidio del Coordinamento dei precari della ricerca di Catania e del Coordinamento precari dell'Universita FLC-CGIL di Catania faranno opera di volantinaggio per sensibilizzare tutti i presenti.

Ecco qui di seguito il testo del volantino:

ALTA VISIBILITÀ PER I PRECARI DELLA RICERCA DELLA FACOLTÀ DI LINGUE

Il fenomeno del precariato è un problema sociale e generazionale che coinvolge tutti gli aspetti del panorama occupazionale italiano. L'università non fa eccezione a questa disastrosa condizione che coinvolge una larghissima fetta del mondo del lavoro e, di conseguenza, dell'intero “Sistema Paese”. La condizione di precarietà, spesso camuffata sotto la più subdola definizione di “mobilità”, è una condizione che, lungi dal risolvere il problema della disoccupazione nel nostro Paese, risulta essere spesso un rimedio ben peggiore del male, creando una moltitudine di cittadini impossibilitati non solo a costruirsi un futuro, ma oramai assuefatti all'idea di non poterne neanche pensare uno.

La manifestazione di protesta che viene portata avanti in questa sede dai precari della ricerca di questa Facoltà ha l'intento di mettere alla luce e di rendere visibili, anzi, “altamente visibili” agli occhi di tutti una realtà ignota ai più. La realtà è quella di tutti i precari del mondo universitario e, in particolare, dell'ateneo catanese e di questa facoltà.
Una realtà fatta di ricercatori, giovani e meno giovani, che dopo avere percorso tutto il cursus accademico di rito (laurea, dottorato, assegno, borsa post-doc, ecc), si ritrovano a essere mantenuti in un limbo che costituisce una lista d'attesa a tempo indeterminato, nella speranza che la politica relativa alla ricerca in questo Paese cambi rotta. Una rotta che dai tempi del ministro Zecchino a quelli ancora più infausti dell'attuale responsabile Maria Stella Gelmini è caratterizzata da una politica di tagli indiscriminati, in un Paese che investe nella ricerca soltanto l'1% circa, contro il quasi 3% della media europea e il 4% di paesi come USA e Giappone
Una realtà fatta da intelligenze che dopo anni di studio si vedono gratificate da contratti che vanno dal titolo gratuito a un massimo di 4.000€ lordi l'anno, a fronte di un impegno di lavoro che va ben oltre le ore di docenza frontale previste dal contratto (non vengono infatti retribuiti: orari di ricevimento, sedute d'esame, sedute di laurea, e tutti gli altri impegni correlati alla didattica).
Una realtà fatta da 38.985 docenti a contratto (dati ufficiali MIUR ultimo aggiornamento 2008), che a fronte dell'intero corpus dei docenti strutturati dell'università italiana (62.768) rappresentano quasi il 40% del totale delle docenze. E in particolare, nell'ateneo catanese questa realtà è costituita da 659 contrattisti contro 1.661 strutturati (il 28% del totale degli incarichi di docenza), mentre in questa facoltà si raggiunge il paradosso della presenza di più contrattisti che strutturati (76 contro 58, ovvero il 57% del totale). Senza ovviamente contare tutti gli assegnisti di ricerca, i dottorandi, ecc. E la maggior parte di noi è ancora in attesa di conoscere il proprio futuro prossimo, stante il clamoroso ritardo nella pubblicazione dei nuovi bandi relativi all'anno accademico in corso. Ritardo dovuto ad una nuova riformulazione dei contratti causata da una decurtazione della retribuzione in ragione di circa il 35%, che ha già causato uno slittamento nel calendario didattico e che potrebbe causare la paralisi dell'intero anno accademico, con corsi che non potranno partire e con tutti i contrattisti che dal 31 di ottobre hanno teoricamente già concluso il proprio rapporto di lavoro con la Facoltà.

E l'aspetto più sconcertante di tutta la vicenda è che la vergognosa realtà in cui versano i precari della ricerca di questa facoltà, di questo ateneo, di questo sistema universitario, è assolutamente ignota alla pubblica opinione.
Proprio per questo si è deciso di manifestare pubblicamente, in maniera “altamente visibile”, il nostro essere parte integrante di questo sistema, e di esserne anche risorsa irrinunciabile se non necessaria alla sopravvivenza stessa.

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Siete tutti pregati di solidarizzare partecipando alla manifestazione e indossando anche voi un gilet alta visibilità (uno di quelli che dovreste avere tutti in macchina, per intenderci).


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"Riprendere la parola, rilanciare il movimento"

Indetta la PRIMA ASSEMBLEA NAZIONALE DEI RICERCATORI PRECARI a Roma, La Sapienza, per il 20 Novembre alle ore 14.00.
Il Coordinamento Precari della Ricerca di Catania ha sostenuto questa iniziativa fin dall'inizio in tutte le sedi di coordinamento nazionale ed è già a lavoro per organizzare la trasferta di tutti i colleghi che vorranno partecipare da Catania.

Leggi l'appello dei colleghi di Laboratori Precari - Roma


martedì 27 ottobre 2009

Assemblea pubblica. Venerdì 30 Ottobre 2009, ore 10, aula A8, ex Monastero dei Benedettini, Catania

"Gli studenti e le famiglie devono sapere che a partire da quest’anno aumenterà la contrazione dei servizi universitari, si chiuderanno moltissimi corsi di laurea triennale e magistrale, molti docenti a contratto rimarranno a spasso (come accade già nella scuola) e il nostro sistema sarà sempre meno capace di competere con gli altri sistemi di formazione europei ed extra-europei.
Un paese ignorante e senza futuro, insomma.
E’ questa l’Italia che vogliamo?"
Leggi tutto il documento dei docenti della Facoltà di Lingue di UniCt

Per queste ragioni, studenti, personale amministrativo e docenti della Facoltà di Lingue convocano un’assemblea aperta
GIORNO 30 OTTOBRE ALLE ORE 10,00
PRESSO L’AULA A8 DEL MONASTERO DEI BENEDETTINI

Partecipa il Coordinamento Precari della Ricerca - Catania.



UN TAVOLO DI CONCERTAZIONE PER LA VALORIZZAZIONE PROFESSIONALE DEI RICERCATORI NON STRUTTURATI DEL POLITECNICO DI TORINO

Politecnico di Torino
COMUNICATO CONGIUNTO


Il Rettore del Politecnico di Torino, i rappresentanti dei Precari della Ricerca e la FLCCGIL Piemonte hanno concordato di istituire un tavolo di concertazione per affrontare le problematiche dei ricercatori non strutturati del Politecnico di Torino.

In un incontro con il Rettore, il Prorettore e il Direttore Amministrativo, avvenuto il 16 ottobre 2009, si è convenuto che occorrerà trovare soluzioni adeguate affinché il patrimonio umano e professionale che l’Ateneo ha costruito nel corso degli anni non vada disperso.

La delegazione composta dai delegati del Coordinamento Precari della ricerca e dalla FLC-CGIL Piemonte ha formalizzato le proprie richieste, che sono sintetizzate nel documento allegato.

L’istituzione del tavolo di concertazione sarà comunicata dal Rettore al Senato Accademico del 21 ottobre 2009 e il tavolo sarà convocato nei giorni immediatamente successivi.

Per il Coordinamento Precari della Ricerca
Francesca Filippi (rappresentante)
Francesco Pescarmona (rappresent.)
Antonio Gliozzi
Gianluca Ramunno
Gabriella Taddeo

Per il Politecnico di Torino
Il Rettore Francesco Profumo
Il Pro-Rettore Marco Gilli
Il Direttore Amministrativo Enrico Periti

Per la FLC-CGIL Piemonte
Teodoro Lamonaca

Allegati:
Sintesi delle richieste formulate dai delegati del Coordinamento Precari della ricerca di Torino e dalla FLC-CGIL Piemonte

Bozza Gelmini - nuovo testo: Disegno di legge in materia di organizzazione e qualità del sistema universitario, di personale accademico e di diritto allo studio

Il Rettore della Normale di Pisa, Salvatore Settis, sul nuovo testo Gelmini



venerdì 16 ottobre 2009

Sintesi dei lavori della prima edizione della Giornata Nazionale del Ricercatore Scientifico “Ricerca e Precarietà”. Università della Calabria


Nei giorni 9-10 Ottobre 2009 si è svolta presso l’Università della Calabria la prima edizione della Giornata Nazionale del Ricercatore Scientifico, dal titolo “Ricerca e Precarietà” .
Questo evento, organizzato dai Precari invisibili della Ricerca Unical in collaborazione con il coordinamento dei Precari della Ricerca dell’Università di Catania, si inserisce nel percorso di riflessione e mobilitazione avviatosi nell’autunno del 2008 in risposta ai primi provvedimenti adottati dal Governo Berlusconi relativamente al finanziamento della Ricerca e dell’Università.
La drastica riduzione del finanziamento ordinario dell’Università Pubblica, unita al blocco del turn over, costituisce un grave attacco al diritto allo studio, al mondo della ricerca e al diritto al lavoro di chi sceglie la ricerca come professione.
Tutto questo contrasta con il dettato della nostra Carta Costituzionale e lede gravemente la qualità democratica del nostro paese.

Dalle riflessioni e dalle analisi delle due giornate è emerso che i problemi di cui soffre l’Università Pubblica italiana dovrebbero essere affrontati innanzitutto con l’aumento degli investimenti, il superamento delle molteplici figure di contratto atipico della ricerca e della docenza, l’assunzione di un adeguato numero di ricercatori a tempo indeterminato che risponda alle esigenze didattiche e di ricerca dell’Università e una riforma dell’ordinamento degli studi che garantisca una migliore formazione degli studenti rispetto a quella frammentata dell’ultimo decennio.
Ignorare questi problemi e non adottare i necessari provvedimenti significa svalutare e disperdere un patrimonio di sapere e competenze e, in generale, impoverire la società italiana, contribuendo al suo declino economico, culturale e civile.
Su questi temi si sono confrontati durante il convegno studenti, ricercatori precari, docenti e amministratori dell’università e degli enti locali. L’occasione è stata particolarmente significativa perché, per la prima volta dopo l’avvio del nuovo corso di tagli e provvedimenti adottati dal governo, rappresentanti dei lavoratori della ricerca, strutturati e non, si sono riuniti ad unico tavolo di confronto per discutere di Ricerca e Precarietà, in difesa dell’Università Pubblica.

In sintesi, quindi, i ricercatori precari chiedono che il governo adotti immediatamente i seguenti provvedimenti:
  • Piano straordinario di reclutamento di ricercatori a tempo indeterminato e pianificazione relativa al reclutamento ordinario;
  • Introduzione dell’obbligo, per gli Organi di governo delle Università, dell’istituzione dell'Anagrafe dei ricercatori e docenti precari presenti in ogni ateneo;
  • Adozione di un’unica forma contrattuale per i ricercatori e docenti non strutturati, che assicuri il diritto alla giusta remunerazione e alle relative tutele giuridiche, al pari di un rapporto di lavoro subordinato;
  • Accesso di tutti i ricercatori precari ai finanziamenti per progetti di ricerca di cui assumere la titolarità;
  • Sblocco delle procedure dei fondi Firb già banditi, con l’immediata nomina della commissione di valutazione e, per il futuro, rafforzamento del bando Firb, con l’eliminazione dei limite d’età per i ricercatori non strutturati;
  • Abrogazione della legge Moratti;
  • Adozione della piattaforma elaborata dalla rete nazionale dei ricercatori e docenti precari in merito all’ordinamento giuridico della docenza, e ai meccanismi di reclutamento.
Per il perseguimento di tali obiettivi e l’elaborazione di ulteriori proposte i ricercatori hanno deciso di adottare le seguenti strategie:
  • Mobilitazione generale dei precari di tutte le università italiane attraverso attività di informazione, sensibilizzazione, coinvolgimento e protesta;
  • Rafforzamento delle proposte dei ricercatori precari attraverso una maggiore interazione con associazioni di categoria e sindacati sensibili a queste problematiche;
  • Richiesta di apertura di un tavolo di trattativa ufficiale con gli enti regionali, per richiedere leggi di finanziamento della ricerca universitaria integrative del fondo di finanziamento ordinario, finalizzate all’implementazione della ricerca di base e al reclutamento dei ricercatori;
  • Richiesta di apertura di un tavolo di discussione ufficiale con gli organi di governo di ogni Ateneo per superare l'attuale condizione di incontrollata precarietà nella ricerca universitaria;
  • Elaborazione, diffusione e discussione nella rete dei ricercatori precari di proposte di legge sul finanziamento pubblico e privato della ricerca.
Con questa agenda tutti i gruppi di ricercatori precari che hanno partecipato al “convegno in mobilitazione” di Cosenza rilanciano la battaglia per un’Università Pubblica migliore e un futuro di crescita e sviluppo.

10 Ottobre 2009

giovedì 15 ottobre 2009

“Gran Torino” - Solidarietà agli studenti e ai ricercatori precari che occupano il Rettorato del Politecnico di Torino.

Coordinamento Precari della Ricerca – Catania
COMUNICATO STAMPA

Oggi 15 Ottobre 2009 alle ore 14.00 gli studenti e i ricercatori precari del Politecnico di Torino hanno occupato il Rettorato in occasione della Seduta del Senato Accademico destinata ad approvare un piano di riorganizzazione dell'ateneo in linea con le direttive ministeriali: tagli senza riforme.

Sotto la pressione crescente di un presidio sempre più numeroso il Rettore Profumo ha concesso, così come da tempo richiesto dai coordinamenti dei precari universitari, l’apertura di un tavolo di trattativa allargato a tutte le componenti della comunità universitaria.

L’iniziativa dei colleghi di Torino rilancia con coraggio e determinazione la mobilitazione in difesa dell’università e della ricerca pubbliche e il loro appello non può restare inascoltato: chi ha responsabilità di governo nelle università non può più sottrarsi al confronto sulla questione del precariato universitario.

Dopo un anno di duro lavoro sappiamo che da Catania a Torino la battaglia per un’università migliore è la battaglia per la dignità di tutti i suoi lavoratori. Dopo aver incrociato i nostri percorsi di lotta e rivendicazione su una serie di obiettivi condivisi, a Catania come a Torino, sappiamo che l’alternativa al precariato si costruisce sulle scelte dei singoli atenei.

Adesso nuovi compiti ci attendono.

Chi domanda può pretendere una risposta, chi tace ha già rinunciato: un tavolo di trattativa per ogni ateneo è lo strumento per dare voce al nostro progetto di futuro in ricerca.

Catania, 15 Ottobre 2009






mercoledì 23 settembre 2009

Prima Edizione della Giornata Nazionale del Ricercatore Scientifico, 9-10 ottobre 2009, Arcavacata di Rende (Cosenza)



Cari tutti,

il Coordinamento dei Precari della Ricerca di Catania e i Precari Invisibili della Ricerca dell'Università della Calabria vi invitano a partecipare alla Prima Edizione della Giornata Nazionale del Ricercatore Scientifico il 9 e 10 Ottobre 2009 al campus di Arcavacata-Rende (Cosenza).

L'occasione è straordinaria per due motivi:
- abbiamo a disposizione un tavolo di confronto e dibattito nazionale per tutti i lavoratori della ricerca, strutturati e non, per discutere di Ricerca&Precarietà;

- per la prima volta nella storia dell'università italiana la comunità scientifica è chiamata a raccolta per iniziativa dei ricercatori precari che hanno ideato e organizzato questo primo "convegno nazionale dei precari" presso una sede universitaria istituzionale: l'Università della Calabria.

La risposta a chi solo un anno fa si chiedeva chi fossero e cosa facessero i ricercatori precari è già qui.

Vi aspettiamo. Le adesioni sono già numerose da tutti gli atenei italiani.
L'idea è quella di elaborare un punto di vista critico condiviso su Ricerca&Precarietà, sulle recenti azioni del Governo in materia di università e ricerca. L'idea è quella di mettere a fuoco gli argomenti utili a progettare il nostro futuro di lavoratori della ricerca in Italia.

La risposta a chi sostiene che in Italia la ricerca non ha futuro la dobbiamo ancora costruire.

Grazie,
ricercatoriprecari@gmail.com

Lettera di Margherita Hack


Dettagli tecnici:
- sito internet:
http://sites.google.com/site/giornataricercatorescientifico/home
- in allegato l'invito, il manifesto e il programma (prima e seconda sessione e a seguire festa per il giorno 9, workshop tematici per il giorno 10)
- per partecipare è UTILE iscriversi:
http://sites.google.com/site/giornataricercatorescientifico/come-iscriversi
- TUTTI I PARTECIPANTI SARANNO OSPITI DI UNICAL (VITTO E ALLOGGIO) SE MANDANO LA SCHEDA DI ISCRIZIONE (fino ad esaurimento posti)
- il Coordinamento Precari della Ricerca è a vostra disposizione per organizzare la trasferta Catania-Rende-Catania, segnalateci la vostra partecipazione a ricercatoriprecari@gmail.com





“LA DIDATTICA NON SARA' MAI IL MIO MESTIERE”




Con un bando del 27 luglio 2009 la Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali ha indetto un concorso pubblico per il conferimento a titolo gratuito di 12 insegnamenti. Non è il primo caso nel nostro Ateneo e non lo è nel contesto nazionale.

La docenza a contratto è stata introdotta da una legge del 1998 (decreto 242 art.1) come strumento eccezionale finalizzato ad un più organico e virtuoso rapporto tra Università e mondo del lavoro, tra didattica e competenze professionali. La legislazione è chiara al riguardo:

“per sopperire a particolari e motivate esigenze didattiche, le università e gli istituti di istruzione universitaria statali, secondo le norme dei rispettivi ordinamenti e nei limiti degli appositi stanziamenti di bilancio, possono stipulare con studiosi od esperti di comprovata qualificazione professionale e scientifica, non dipendenti di università e anche di cittadinanza straniera, contratti di diritto privato per l’insegnamento nei corsi di diploma universitario, di laurea e di specializzazione ovvero per lo svolgimento di attività didattiche integrative."

In questi dieci anni di mutamenti continui del sistema universitario gli incarichi di docenza a contratto si sono moltiplicati, divenendo per molte facoltà strumenti essenziali per il funzionamento della didattica. Come era prevedibile il ricorso sistematico a questo strumento eccezionale ha permesso sovente di rispondere agli imperativi economici e di diversificazione dell’offerta formativa imposti dall’autonomia universitaria in un contesto di riduzione, sempre più drammatica, dei finanziamenti statali. D’altronde, il “contrattista” assume gli stessi carichi didattici di un docente strutturato ma senza tutele previdenziali, assistenziali e con retribuzioni inadeguate rispetto all'impegno lavorativo assunto. In nessun altro ente dell’amministrazione pubblica esiste una tale disparità di trattamento fra lavoratori strutturati e non.
Si è, dunque, risposto alle esigenze della concorrenza tra Atenei e Facoltà con la più semplicistica delle ricette: la creazione di una precarietà diffusa. I dati sono eloquenti al riguardo: nel 2007 sono stati ben 52.051 i docenti a contratto nelle università italiane (contro i 61.929 strutturati come docenti e ricercatori) e nel nostro Ateneo si sono stipulati 635 contratti a copertura di quasi il 30% degli insegnamenti (dati MIUR).
La maggior parte di queste docenze – retribuite e non – viene, difatti, affidata a giovani ricercatori in attesa di accedere ai ruoli a tempo indeterminato e l’accettazione di questi incarichi è per loro condizione ineludibile per mantenere un rapporto di continuità di lavoro – didattico e di ricerca - con l’Università.
Questo spiega come la docenza a contratto sia diventata una prassi consolidata, una manifestazione patologica delle contraddizioni del nostro sistema universitario ed in che misura la pratica delle docenze a titolo gratuito ne rappresenti l’espressione più eclatante e iniqua.

Per far fronte ai deficit e alle inefficienze del sistema universitario nazionale si sacrificano, dunque, i diritti dei lavoratori “a contratto” che si vedono negato il principio basilare del diritto alla retribuzione del lavoro in nome di una ormai obsoleta, sedicente, flessibilità.
Ad essere sacrificata senza esitazione è la ricerca, alla quale si sottraggono energie vitali. Ad essere sacrificata è la qualità della didattica alla quale si nega lo status di professione.

Per queste ragioni ci opponiamo all’inaccettabile pratica delle docenze non retribuite e chiediamo al Rettore ed ai Presidi di Facoltà dell’Ateneo di Catania la sospensione dei concorsi pubblici per il conferimento di incarichi didattici a titolo gratuito.

Per queste ragioni chiediamo che si avvii un dibattito pubblico sulle future politiche didattiche che coinvolga tutte le componenti dell’Ateneo e tutti i suoi lavoratori.

Per queste ragioni chiediamo che si apra immediatamente un tavolo di contrattazione tra tutte le componenti della comunità universitaria per affrontare la questione del precariato della ricerca nel nostro Ateneo.

Catania, 23 Settembre 2009

martedì 19 maggio 2009

DAI FORZA AL DOTTORATO: SOTTROSCRIVI LA PETIZIONE ADI


Il dottorato di ricerca è il titolo più elevato della formazione universitaria, rilasciato dallo Stato Italiano al compimento di un ciclo di tre anni di studio e di ricerca post-laurea. I corsi di dottorato, ai quali si accede attraverso una selezione pubblica per esami, hanno il compito di formare figure professionali con competenze alte nel settore della ricerca scientifica e impiegabili presso università, centri di ricerca, amministrazioni, enti pubblici o privati.

A differenza di quanto avviene negli altri paesi europei, in Italia il dottorato è valutato poco e male, nonostante il bisogno di innovazione della nostra economia: in accademia le possibilità di carriera sono minime e nel mondo del lavoro il dottore di ricerca è una figura quasi sconosciuta.

Con questa campagna nazionale l’ADI vuole chiedere di:

- dare attuazione all'articolo 4, comma 7, della legge 3 luglio 1998, n. 210, che prevede che il Governo emani dei decreti del Presidente del Consiglio dei ministri per la valutabilità dei titoli di dottorato di ricerca, ai fini dell'ammissione a concorsi pubblici per attività di ricerca non universitaria;

- dare attuazione all'articolo 17, comma 111, della legge n. 127 del 1997 (cd. «Bassanini 2») che prevede che le norme per l'accesso alla pubblica amministrazione vengano integrate, in sede di accordi di comparto, dal riconoscimento delle professionalità prodotte dal dottorato di ricerca e da altri titoli specializzanti.

- valorizzare e promuovere l’inserimento dei dottori di ricerca nella scuola e nell’insegnamento;


mercoledì 22 aprile 2009

27 aprile 2009: “Io non voto ma ricerco - Giornata del ricercatore precario” - Cittadella Universitaria – Monastero dei Benedettini, Catania


Mentre l’Ateneo catanese è impegnato nella consultazione per l’elezione del rettore, noi ricercatori precari dedichiamo una giornata all’indagine sulla condizione della ricerca precaria all’interno di questo ateneo e chiamiamo docenti, istituzioni e cittadini all’assunzione di responsabilità per un’università migliore.

Un’università migliore significa maggior benessere e una migliore qualità della vita democratica di questo Paese.

I recenti provvedimenti legislativi, improntati soltanto all’indiscriminata riduzione del finanziamento pubblico all’università, determineranno nei prossimi anni pesanti conseguenze sulla complessiva qualità del sistema della ricerca e della formazione universitaria di questo Paese. Tali interventi legislativi non esprimono alcun disegno di rilancio e miglioramento dell’università italiana, tanto da far pensare che essi siano, piuttosto, una tappa di un processo di progressivo smantellamento dell’Università pubblica.

Essi sono stati supportati da un violento, quanto ipocrita, attacco mediatico all’università pubblica, dipinta come un indistinto rifugio di “baroni” nepotisti e “fannulloni”.

Noi siamo consapevoli dei difetti e delle storture dell’attuale organizzazione del sistema universitario ma riteniamo che l’università pubblica sia un’istituzione democratica utile e preziosa.

Siamo anche consapevoli del fatto che una parte importante dell’attività didattica e scientifica nelle nostre università è oggi possibile grazie all’impegno di tanti giovani studiosi che quotidianamente svolgono un lavoro di elevata qualità, con scarsi riconoscimenti e in condizioni di precarietà e incertezza del futuro.

Questi giovani, già mortificati dalle condizioni di precarietà del loro lavoro, sono la categoria più colpita dai provvedimenti sull’università. Il taglio indiscriminato di risorse non premia il merito né sanziona il demerito, ma priva i giovani ricercatori e l’università tutta dell’opportunità di un futuro.

Per questo in concomitanza con l’inizio delle consultazioni per l’elezione del rettore, abbiamo indetto la “Giornata del ricercatore precario”. Riteniamo che, soprattutto nel momento in cui si rinnova il vertice istituzionale di questo ateneo, occorra indicare la condizione della “ricerca precaria” e il rilancio della formazione e della ricerca universitaria come le questioni prioritarie con le quali gli organi di governo dell’ateneo dovranno misurarsi.

La “Giornata del ricercatore precario” comprenderà due momenti. La mattina, alla Cittadella universitaria, alle 10.30 presso l’Edifico Polifunzionale della Facoltà di Ingegneria verrà presentato e distribuito il questionario “Indagine sul lavoro atipico nell’Università di Catania, da noi elaborato. Esso servirà a “fotografare” le condizioni e le caratteristiche della “ricerca precaria” all’interno del nostro Ateneo.

Ma poiché riteniamo che i problemi dell’Università pongano questioni che attengono direttamente alla qualità della vita democratica nel nostro Paese, non vogliamo limitarci a rivendicare migliori condizioni di lavoro per noi ricercatori precari ma, a partire dai nostri problemi, vogliamo avviare una riflessione sulla funzione democratica dell’istruzione e della ricerca universitarie.

Per questo abbiamo “chiamato alla responsabilità” alcuni docenti del nostro ateneo, chiedendogli di dialogare con noi ad una tavola rotonda su “Università e democrazia”, che si svolgerà a partire dalle 16.30 presso il “Medialab” della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere in Piazza Dante n. 13.

Per costruire un’Università migliore e possibile.

Scarica il volantino con il programma completo



sabato 4 aprile 2009

NONOSTANTE TUTTO LA RICERCA

Segnaliamo l'iniziativa del ciclo di seminari sulla ricerca promossa dai collettivi della cittadella universitaria, alla quale si è deciso di aderire.
Il programma degli incontri organizzati alla cittadella si trova alla pagina web:
http://www.collettivotiromancino.org/cms/?q=node/514



giovedì 12 marzo 2009

Sciopero generale della conoscenza


Ci stiamo preparando per partecipare alla manifestazione organizzata dal Comitato Scuola-Università di Catania per lo sciopero generale dei lavoratori della conoscenza (ricerca, scuola, formazione etc.).

Mercoledì 18 marzo alle ore 9:00
appuntamento in via Etnea, di fronte la Villa Bellini

E’ il nuovo appuntamento comune del Comitato Scuola-Università di cui il Coordinamento dei Precari della Ricerca fa parte da quando è cominciata la mobilitazione contro i “provvedimenti Gelmini” in autunno.

mercoledì 11 marzo 2009

Sostegno ai Precari della Scuola

Ieri pomeriggio, 10 marzo, anche a Catania, come in moltissime altre città italiane, i precari della scuola hanno manifestato sotto la sede dell’Ufficio Scolastico Provinciale. La mobilitazione, indetta dalla Rete Nazionale Precari della Scuola, ha contestato i tagli previsti dalla manovra finanziaria con la Legge 133/08, che riduce indiscriminatamente il personale docente e ATA, e il DDL Aprea, che come per gli atenei, prevede che le istituzioni scolastiche possano essere trasformate in fondazioni di diritto privato, affidando allo stesso istituto-azienda il compito di reclutare il personale e sopprimendo la rappresentanza sindacale per i docenti. Leggete il resoconto della manifestazione e alcuni dati.

venerdì 6 marzo 2009

Donne nella Ricerca


Le ricercatrici e i ricercatori del Coordinamento dei Precari della Ricerca di Catania partecipano alla iniziativa che si è tenuto giorno 7 MARZO in Piazza Mazzini, dalle ore 9:00 alle ore 13:00.
Nel volantino sono sintetizzate le ragioni della nostra adesione.
L'incontro è stato un' ottima occasione per i discutere della situazione del precariato anche in realtà differenti da quella universitaria alla luce dei dati sul precariato femminile
Di seguito l'articolo pubblicato sul quotidiano La Sicilia giorno 8 marzo e il link all'articolo e al video pubblicato da Step1, periodico telematico di informazione a cura degli studenti della Facoltà di Lingue dell'Università di Catania.

martedì 3 febbraio 2009

S.O.S. Ricerca in mare

Coordinamento Precari della Ricerca – Catania e Precari Invisibili - UniCal

Comunicato Stampa

“ S.O.S. Ricerca in mare”. I precari della ricerca insieme sul ponte tra Sicilia e Calabria: nasce Onda Mediterranea.

Sabato 31 gennaio dalle ore 13, sul traghetto Messina – Villa S.G., si è svolta la prima assemblea pubblica dei ricercatori precari delle università e dei centri di ricerca di Sicilia e Calabria. Al centro del dibattito la mobilitazione contro le misure su università e ricerca contenute nel decreto-legge 180/2008, il rilancio della centralità dell’università e della ricerca pubbliche, la battaglia per il riconoscimento della condizione di lavoratori della ricerca.

I ricercatori precari non si fermano e risalgono lo stivale. La volontà di uscire allo scoperto e l’urgenza di poter dire la propria su questioni che non riguardano soltanto i propri destini, ma le sorti dell’Italia tutta negli anni a venire, ha già reso possibile l’organizzazione di tante mobilitazioni locali nei mesi passati. In quest’occasione, invece, le energie sono state fuse ad una scala più ampia e la manifestazione si è colorata dei volti e delle esperienze dei ricercatori precari del sud Italia. Ad accomunarli è la passione per il proprio lavoro - la Ricerca - e l’ansia per il proprio futuro, non diverso da quello del paese tutto. La mannaia che si è abbattuta su Università e Enti di Ricerca non ha fatto desistere i ricercatori precari dall’esprimere con forza il proprio dissenso con questa manifestazione unica. Anzi, ha permesso loro di darsi forza gli uni con gli altri, di tendere le proprie mani vicendevolmente in una stretta che, da una sponda all’altra, rilancia la determinazione ad esprimere il proprio sdegno verso l’inciviltà contenuta in quelle disposizioni finanziarie del governo che, nel prossimo triennio, decreteranno la condanna a morte della ricerca nel nostro paese.

Su iniziativa del Coordinamento dei Precari della Ricerca di Catania e dei Precari Invisibili dell’UniCal (Università della Calabria) i ricercatori precari degli atenei di Catania, Catanzaro, Cosenza, Messina e Reggio Calabria si sono riuniti per un’assemblea itinerante che ha fatto la spola tra Messina e Villa S.G., occupando simbolicamente il ponte della nave per alcune ore e distribuendo salvagente e volantini all’equipaggio e ai passeggeri in transito. Il traghetto si è, così, prestato a rappresentare quel passaggio della conoscenza che deve essere sostenuto e promosso nella consapevolezza che sulla ricerca e sull’innovazione si fondano lo sviluppo e la crescita di un paese. Oggi, invece, si naviga a vista tra mille difficoltà e i tagli indiscriminati lasciano intravedere solo dense nubi all’orizzonte. Servirebbero, piuttosto, congrui finanziamenti statali per rafforzare la chiglia di questa nave che è l’università pubblica le cui assi ancora capaci di resistere sono proprio quei ricercatori che giorno per giorno lavorano con passione e senso del dovere negli atenei e negli enti di ricerca di tutta la penisola. Ma la rotta che il governo ha intrapreso sembra diversa e punta dritto allo sfascio della nave. Decisi a non abbandonare la nave, i ricercatori chiedono con forza a questo governo di dimostrare senso di responsabilità, facendo finalmente un passo indietro su quelle misure legislative che affondano la ricerca.

Durante l’assemblea pomeridiana che si è svolta a Messina, invece, si è deciso di avviare un progetto di continuità d’azione tra i vari atenei italiani dell’area del Mediterraneo, si è stretto un “patto di mutuo soccorso” che sulla base di alcuni punti cardinali - rifiuto della “politica dei tagli” e difesa dell’università pubblica e dei diritti di tutti i suoi lavoratori – servirà a sostenere reciprocamente le azioni di mobilitazione su un doppio fronte: denuncia dei caratteri e dimensioni del lavoro sommerso nelle università e centri di ricerca e costruzione di consenso intorno alla questione critica dell’università pubblica, di tutti e per tutti. Di questo nuovo progetto comune, rapidamente battezzato Onda Mediterranea, faranno parte anche i collettivi degli studenti di Reggio Calabria e Movimento Studentesco Catania.
La battaglia è appena all’inizio, ma la determinazione verso il cambiamento è grande. L’Onda cresce e la Ricerca non deve naufragare.

Catania, 3 Febbraio 2009
Coordinamento Precari della Ricerca – Catania
ricercatoriprecari@gmail.com; http://precariricercact.blogspot.com/

YouTube

Video 1
Video 2
Video 3

venerdì 23 gennaio 2009

Ricerca in Mare

Caro Ricercatore Precario,

La conversione in legge del decreto 180/08 sul riordino del sistema universitario non ha risolto i problemi della nostra università, ma ha aggravato una situazione già difficile, operando un robusto taglio di risorse che colpirà la maggior parte degli atenei italiani. Per il resto, i provvedimenti sono del tutto inadeguati a risolvere i problemi legati alla trasparenza dei processi di reclutamento, né vanno in direzione di un rinnovamento del personale docente. E soprattutto non è stata prevista alcuna misura volta ad affrontare realmente il grande nodo del precariato universitario.
Migliaia di “ricercatori precari” lavorano quotidianamente negli atenei italiani senza alcun riconoscimento della propria funzione, privi di diritti, di norme che ne regolino status, funzioni e sbocchi occupazionali. Tutto è legato a prassi e quindi all’arbitrarietà! Siamo al medioevo.

L’ondata di manifestazioni di questi mesi è stato il primo passo per avviare una profonda riflessione sul sistema universitario che includa finalmente il suo anello più vitale e debole: i lavoratori precari. E’ un grande risultato ottenuto dai coordinamenti dei precari della ricerca sorti in tutta Italia, ma è solo l’inizio di un percorso che non deve interrompersi. La strada è ancora lunga. Per questa ragione i coordinamenti dei precari della ricerca della Calabria e della Sicilia hanno costituito una rete per lottare insieme, per avanzare le proprie proposte di riforma, per contestare quei provvedimenti che ancora una volta sviliscono il sistema universitario invece che valorizzarlo. La ricerca “affonda in Italia” e lo fa ancora di più in regioni come le nostre, attanagliate da una situazione di crisi cronica, laddove le prospettive di crescita economica e culturale sono più incerte.

Su iniziativa dei Coordinamenti di Sicilia e Calabria, Sabato 31 Gennaio alle ore 13.00 sul traghetto Messina–Villa S.G. avrà luogo la 1° Assemblea sull’onda dei Precari della Ricerca.
Discuteremo di riconoscimento della condizione di lavoratori della ricerca, di diritti e di opportunità, di rinnovamento e di difesa dell’università pubblica, di autonomia e qualità della ricerca. Ci confronteremo sul nostro progetto per il futuro: una università migliore.
“S.O.S. Ricerca in mare” non sarà solo un grido di protesta e di sdegno. “S.O.S. Ricerca in mare” rappresenterà il nostro slancio propositivo, manifesterà il nostro amore per la nostra professione, il desiderio di riscatto per la nostra terra.

Vieni con la tua famiglia, con i tuoi studenti, con i tuoi amici. Rendi partecipe chi ti sta vicino, esci dall’ombra e manifesta sull’onda: istruzione e ricerca, cultura e scienza sono risorse per il nostro futuro, il ponte che ci unisce.

Catania/Cosenza, 21 Gennaio 2008

Coordinamento Precari della Ricerca – Catania
Precari Invisibili della Ricerca – UniCal